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La visita del bambino

 
visita

Il neonato alla nascita vede circa 1/20. 
Questa visione gli permette di fissare un viso e stabilire una comunicazione visiva. 
L'acuità visiva si sviluppa regolarmente man mano che cresce, fino a raggiungere una risoluzione di 3-4/10 all'età di un anno. 
Durante questo primo anno impara a dare un significato agli oggetti che percepisce. È quindi importante sorvegliare che il bambino sviluppi una visione normale e valutarla nel momento in cui si esegue l'esame ortottico non prima del sesto mese mentre per la visione dei colori non vi sono esami clinici fin quando il bambino non cominci a parlare ed esprimersi. 
Il campo visivo del bambino all'inizio è molto limitato e va via via adeguandosi fino al primo anno di vita. Sarà il bambino a gestire la sua visione dirigendo la sua attenzione verso la periferia del campo. L'età giusta per rivelare se vi sono difetti visivi in età precoce tiporefrazione, l'ambliopia e lo strabismo è i 6 e i 9 mesi di vita
Questa facilità infantile vale anche per la terapia, nel caso bisogni ricorrere all'occlusione o agli occhiali. 
L'ambliopia è facile da recuperare tra un anno e due anni e mezzo, oltre, il recupero diventa difficile. 

Le tavole usate nei test, che hanno un motivo circolare concentrico, utilizzano la propensione dei bambini a portare il loro sguardo su un motivo situato su un fondo uniforme mentre al centro vi è un foro che permette all'esaminatore di determinare la direzione dello sguardo del bambino e il modo in cui questi fissa il motivo. 
L'esito del test permette di determinare la diagnosi di una ambliopia poco profonda, e la sua evoluzione.

IL RUOLO DEI GENITORI NELL'OSSERVARE IL BAMBINO NELL'AMBIENTE


Ogni genitore di un bambino con sospetti problemi visivi può essere in grado di svolgere una funzione terapeutica attraverso un oculato e calibrato programma di formazione. 
Il coinvolgimento dei genitori può avvenire nel momento in cui il bambino viene dimesso dall'ospedale e affidato alle cure dei genitori. In famiglia la mamma ha la possibilità di osservare il comportamento del proprio figlio; è importante, ad esempio, osservare le interazioni di tipo visivo tra il bambino e la madre, come la risposta al sorriso o l'apertura della bocca alla vista del biberon, si potranno avere dai genitori osservazioni ed annotazioni estremamente preziose ed interessanti, che possono rilevare un funzionamento sospetto o anomalo rispetto ai parametri normali. 
In primo luogo, ogni genitore deve sapere quali sono le principali funzioni visive che il bambino sviluppa dalla nascita, e quali comportamenti può manifestare ad ogni età. Lo schema n. 1 mostra la sequenza evolutiva dello sviluppo visivo:

Età cronologica maturazione delle risposte a livello visivo 
0-1 mese resta attenzione alla luce; debole e limitata capacità di fissazione 
1-2 mese segue oggetti e luci in movimento; presta attenzione a stimoli nuovi e complessi. 
2-3 mesi matura la capacità di fissazione, convergenza e focalizzazione oculare. 
3-4 mesi movimenti oculari più lineari ed aumento dell'acuità visiva; manipola ed osserva gli oggetti. 
4-5 mesi sposta lo sguardo dagli oggetti alle parti del corpo; tenta di raggiungere gli oggetti 
5-6 mesi raggiunge ed afferra gli oggetti 
6-7 mesi movimenti oculari completi e coordinati; sposta lo sguardo da un oggetto ad un altro; cerca e ritrova oggetti caduti. 
7-8 mesi manipola oggetti guardandoli. 
9-10 mesi ottima acuità visiva; imita le espressioni del viso. 
11 mesi – 1 anno e ½ tutte le funzioni visive giungono a maturazione. 
1 anno e ½ - 2 anni appaia oggetti; imita azioni. 
2 anni – 2 anni e ½ appaia colori e forme; esplora visivamente oggetti distanti. 
2 anni e ½ - 3 anni appaia forme geometriche; disegna rudimentali cerchi. 
3-4 anni buona percezione della profondità; discrima molte forme. 

Da uno studio americano sono emerse due indicazioni importanti: 
1- i genitori di bambini di 2 anni erano spesso accurati nella diagnosi 
2- con bambini di età inferiore ad un anno, i genitori non erano nella maggior parte attendibili nella diagnosi. 
I dati mostrano quindi che i genitori spesso non sono capaci di rilevare lo strabismo nei loro bambini, ma quando riescono a farlo, le loro osservazioni sono corrette; ciò indica la necessità di ampliare e migliorare i programmi per effettuare indagini visive di routine gestite direttamente dai genitori stessi. Osservazioni rilevanti sul funzionamento visivo del bambino possono essere raccolte attraverso un protocollo di indagine formulato in termini chiari e semplici, ma che aiutano il genitore a focalizzare l'attenzione sui comportamenti chiave da osservare.

Utilizzare oggetti familiari al bambino, come penne luminose, bamboline, blocchi di diversa grandezza e colore, piccoli strumenti musicali e così via, si potranno studiare le risposte a livello visivo e visivo-motorio del bambino, riconoscendo pertanto diverse funzioni dell'apparato visivo, come: 
a- La risposta pupillare: per scoprire se la pupilla risponde alla luce, all'inizio possiamo osservare soltanto la pupilla senza stimolarla. Quindi, possiamo dirigere una piccola luce sull'occhio del bambino da una distanza di 30 cm. Circa ed osservare se la pupilla si contrae, si dilata. O non subisce alcuna modificazione. In genere possiamo affermare che, se le pupille si contraggono alla presenza della luce, il bambino mostra capacità di reazione ad una fonte luminosa. Se le pupille non rispondono a tale stimolazione, occorre osservarle ancora dopo che il bambino è rimasto in una stanza buia per un certo periodo di tempo. Usando una riga millimetrata, si possono misurare più accuratamente i cambiamenti nella grandezza pupillare. Togliendo la luce dalla stanza, possiamo verificare l'aumento di contrazione; occorre inoltre presentare la luce da diversi punti e non soltanto di fronte. 
b- La deviazione degli occhi: possiamo dirigere una luce sugli occhi del bambino da una distanza di circa 30 cm. E notare se la luce si riflette nei medesimi punti in entrambi gli occhi. Se la luce in un occhio si riflette in un punto diverso dall'altro occhio, possiamo notare una deviazione. È opportuno proiettare la luce in differenti punti dell'occhio e variare la distanza. 
c- Il riflesso palpebrale: movendo la mano di scatto verso il viso del bambino, questi, per reazione, abbassa le palpebre. Occorre fare attenzione, però, nel non creare un leggere spostamento d'aria movendo la mano troppo in fretta, in quanto il bambino potrebbe abbassare le palpebre in risposta all'aria, piuttosto che allo stimolo visivo. 
d- La dominanza oculare: mentre si dirige una luce o un piccolo oggetto da una distanza di circa 30 cm. Verso l'occhio del bambino, coprire alternativamente ogni occhio ed annotare se il bambino manifesta alcuni cambiamenti nel comportamento. 
e- La preferenza di campo visivo: presentare al bambino 2 luci o 2 soggetti identici. Collocarli quindi simultaneamente a destra ed a sinistra rispetto al campo visivo del bambino e registrare se il bambino risponde agli oggetti presentati in entrambi i campi oppure mostra la preferenza per uno soltanto. 
f- L'abilità di seguire un oggetto: utilizzare luci, giocattoli o piccoli oggetti che possono attirare l'attenzione del bambino. Presentare una luce o un oggetto entro il campo visivo del bambino e muoverlo lentamente a destra, a sinistra, sopra, sotto e circolarmente: registrare se il bambino localizza l'oggetto, se vi presta o no attenzione, quanto a lungo riesce a mantenere attenzione visiva. 
Annotare ancora se il bambino compie il movimento con la testa, con gli occhi o con entrambi, se il seguire è lineare o a scatti ecc. 
g- L'abilità di raggiungimento di luci e oggetti: porre luci, giocattoli o altri oggetti interessanti per il bambino a vari livelli e direzioni rispetto alla sua posizione ed osservare se il bambino si gira verso tali oggetti e li raggiunge; far rotolare tappi o palline di fronte al bambino e notare se li guarda o cerca di spingerli.

Il ruolo dell'insegnante 
Si rende necessario l'apporto determinante dell'insegnante che più di ogni altro, ha occasione di osservare il comportamento del bambino lungo tutto l'arco della giornata scolastica. L'insegnante, quindi, può rappresentare il primo consulente che, rilevata la condizione anomala o patologica, invia o segnala il caso allo specialista, o avverte tempestivamente i genitori del problema, magari anche consigliando loro i provvedimenti da adottare. 
Accanto a questa funzione, l'insegnante ha la necessità di valutare in termini precisi ed accurati il livello di funzionamento visivo del bambino, in modo da proporre sin dall'inizio materiale didattico adeguato, calibrare gli obiettivi della programmazione alle possibilità del bambino, predisporre l'ambiente fisico, in modo da organizzare e disporre adeguatamente la classe. 
Un primo tipo di valutazione può essere effettuata attraverso una scheda di osservazione che "pilota" l'attenzione dell'insegnante verso eventuali problemi manifestati dal bambino e connessi ad un difettoso funzionamento della vista e/o degli annessi oculari. Possono essere attuate dall'insegnante una serie di attività specifiche volte a valutare l'efficienza visiva del bambino in rapporto alle normali richieste scolastiche. Sono stati proposti 3 livelli di attività: 
1°- attività per determinare se il bambino possiede un residuo visivo: 
- utilizzare risposte riflesse: il bambino muove la testa o la gira quando un oggetto viene mosso verso il suo viso? 
La pupilla dovrebbe restringersi se c'è un residuo; anche un'attenzione visiva limitata può rivelare la percezione della luce. 
2°- attività per determinare se il bambino sta utilizzando la vista o il tatto: 
- chiedere al bambino di contare una serie di 3 fori disposti in 5 file; il bambino conta i fori con la vista o con il tatto? 
- Utilizzare 2 basi forate e dei cilindri neri; prendere i cilindri ed infilarli nei fori di una base, e chiedere al bambino di fare la stessa cosa con l'altra base; il bambino ripete la stessa cosa utilizzando la vista, il tatto o entrambi? 
3°- attività che richiedono attenzione visiva: 
- prendere un cubetto colorato e chiedere al bambino di prenderne uno dello stesso colore. 
- Chiedere al bambino di infilare perle di vari colori e forme osservando un modello. 
- Presentare una penna luminosa e muoverla da sopra a sotto, da destra a sinistra.

L'illuminazione dell'ambiente è una variabile molto importante nell'utilizzo della vista; l'insegnante può variare sistematicamente le condizioni di illuminazione su tutte le attività, e valutare quale grado di illuminazione risulta migliore per il bambino. Queste variazioni di luminosità possono riguardare la lampada appesa al soffitto, come pure alzare o abbassare il paralume o utilizzare luci supplementari. Infine, è opportuno registrare le risposte del bambino in relazione all'attività svolta su un'apposita scheda di osservazione, che tenga in considerazione tutte le variabili che influenzano la percezione visiva.